D’improvviso una mattina giunse finalmente Laura. Fu una sorpresa gradevole e ci abbracciammo: non sapeva che a causa di un equivoco tra la professoressa e la staffetta, ero rimasta senza cibo e senza notizie per cinque giorni. Mi portava buone nuove: dovevo recarmi in una località fuori Roma, prossima al fronte, per unirmi a un gruppo di partigiani, e mi consegnò un cartoccio con un kg di sale. La guardai meravigliata: ”A che serve! Ci allevo le capre?”. Lei mi spiegò che il sale, specie con i contadini, era più prezioso dell’oro ed era un buon viatico per essere accolta con favore…

…La signora ci chiese: “Volete magnà con noi?” e Lucio “ Dai, prepara due scodelle che questi hanno fame”.
Ci fu servito un brodo di fagioli con qualche pezzo di cotica e una fetta di pane. (…) allora ricordai di aver portato con me un prezioso cartoccio di sale, lo tirai fuori e mi avvicinai alla madre di Lucio che stava distribuendo il rancio (…). Si voltò e prese il cartoccio con occhi interrogativi: “che è?”. “ Sale” risposi “credo che valga più di qualsiasi altro dono.”.
Dall’espressione del volto capii che neppure l’oro sarebbe stato accolto con maggior favore.

Carla Capponi