«Qando tornammo da Guadagnolo, ricordammo due fatti inquientanti che erano accaduti la viglilia del primo e del secondo bombardamento sulla città. Dalla contadina che ci portava le uova fresche a casa una volta alla settimana, mamma comprò anche una grossa gallina nera che faceva due uova al giorno. Durante la notte del 22 gennaio, si mise a cantare lugubramente. Il quadro di S.Antonio da Padova, protettore degli edili, cadde dalla parete e andò in frantumi. I due avvenimenti, nella credenza popolare e dettati da ignoranza o da paura, erano di malaugurio in quanto forze occulte erano ritenute portatrici di influenze per lo più negative. Così, quando un quadro cade annuncia una disgrazia e se la gallina canta annuncia la morte di un parente. Se poi aggiungiamo che il numero civico del nostro palazzo era il 13, arriviamo al massimo della disgrazia. Credenze popolari dunque, ma la realtà fu devastante perchè zia Antonietta con le due figlie rimasero sotto le macerie  del loro palazzo, sito davanti la chiesa di S. Antonio. Ma la lista non finisce qui: il nostro palazzo cadde e altri cinque parenti furono fucilati dai nazisti».

Tomassi, Testimonianza diretta