Giuseppa Rueca, nota come Olga, nasce il 13 giugno 1911. il Padre, Titta, è uno scavatore di tufo e molte delle cantine tufacee ancora oggi presenti a Genazzano sono opera sua. Prima di sei figli, Olga fin da giovanissima segue il padre nella sua attività politica. Con l’uccisione di Matteotti si avvia il forte clima di repressione fascista e dunque si acuisce la repressione a tutti i livelli di coloro che hanno un’altra fede politica, contrapposta a quella fascista. Iniziano così atroci sofferenze e ripercussioni per la famiglia Rueca e per Titta in particolare che spesso viene purgato, fustigato e arrestato per la sua appartenenza politica. Nei ricordi di Giuseppa c’è l’arresto del padre da parte dei fascisti locali e il suo rifiuto di gridare “ viva Mussolini” difronte alla promessa di rilascio. Giuseppa, essendo la più grande delle figlie, sente maggiormente la responsabilità di aiutare il padre in questa ingiusta situazione di oppressione. Titta per fuggire dalle angherie fasciste si rifugia in
montagna e il segnale convenuto per poter rientrare in casa e rifornirsi di cibo è la presenza o meno di un lenzuolo alla finestra.
L’8 settembre 1943 Titta viene arrestato mentre si trova all’osteria, arrivano alcuni fascisti, lo prendono e con la forza lo portano davanti alla propria abitazione presso il Senile e li viene fustigato davanti agli occhi dei figli e della moglie. Durante tale supplizio la figlia Maria, ancora giovanissima, vedendo il padre torturato, con un impeto d’ira strappa il fucile dalle mani di uno degli aguzzini e lo getta per terra. Giuseppa diventa staffetta, diventa OLGA. Si muove tra i gruppi di zona e quelil dei comuni limitrofi. Mette a rischio la sua vita senza esitazioni. Diverse volte Olga, insieme la sorella Maria, si reca a consegnare messaggi per conto della Banda di Genazzano a Grillini di Cave, referente della Resistenza locale. Un giorno vengono fermate da alcuni fascisti presso il ponte di Cave e grazie ad una scusa riescono ad eludere il posto di blocco. L’attività di Olga come staffetta è stato il suo maggiore impegno nel periodo dell’occupazione. Con la fine della guerra la famiglia Rueca
rimane legata fortemente al PCI, lei viene nominata madrina della prima bandiera rossa riesposta a Genazzano dopo il fascismo, quella stessa bandiera che avvolgerà, nel 1960, il corpo di Titta Rueca nella bara, durante il funerale laico. Giuseppa Rueca, la staffetta Olga, muore a Genazzano il 29 maggio 2007.