«Questo incubo dopo qualche giorno svanì; le batterie tedesche si allontanavano nel piano e di notte si dileguavano, come la contraerea che non batteva più. Il rombo dei cannoni alleati diveniva più rado. Silenzio nella pianura. Qualche sussulto di mine, il rombo dei caccia che passavano alti. A Palestrina, avevano visto gli inglesi e ricevuto delle sigarette! Eravamo fuori della tempesta! Le persone commentavano il fausto avvenimento. Tutti – nel segreto del cuore – ringraziavamo il Signore. Giungevano le avanguardie degli anglo-americani composte da marocchini, francesi, tunisini, etc. etc. Si poteva respirare un po’, ma ancora i colpi di cannone ed i rumori degli aeroplani facevano paura. Nel pomeriggio, si fecero i primi sondaggi per il recupero delle salme sepolte nei rifugi».
«4 giugno. Circa mezzanotte. Non vi era a Palestrina più un soldato tedesco. 4 giugno, ore otto antimeridiane, Marocchini ed i neri dell’Africa, inglesi, francesi, americani, canadesi, australiani: entrata degli alleati. Non sono entrati prima perché credevano che i tedeschi fossero numerosi. I cittadini hanno ricevuto i nuovi arrivati con compostezza. Distribuivano caramelle, cioccolatini, sigarette, tabacchi, scatolame; ma nessun affollamento se non di bambini».